Da piccola passavo le mie estati divisa tra il mare e la montagna, il lago e la pianura.
Ogni luogo diventa “il luogo” quando lascia dentro di te un’impronta forte impossibile da togliere, quasi fosse un’impronta digitale che nessuno può togliere più dalla tua pelle.
Il mare e il lago sono sicuramente i miei luoghi preferiti, il primo in particolare.
La montagna, però, ha insita una forza così potente che riesce a darmi quella quiete necessaria per staccare completamente e tornare in pace verso me stessa.
Fa anche a te lo stesso effetto?
Mare o montagna?
È la classica domanda che si fa a chi sta per partire per le vacanze, a me piace sempre quando qualcuno mi risponde: “Vado al lago” oppure “A visitare una città“; mi piace perchè è una risposta che va controcorrente e presuppone che le scelte, in realtà, siano più vaste rispetto a ciò che si pensa.
Oggi sono stata in montagna, da un po’ di tempo non scrivo sul blog, non per noncuranza, non perchè non lo voglia più fare, anzi mi è mancato tantissimo.
Solamente sono stati due mesi di grande concentrazione e focus su nuovi progetti che stanno vedendo la luce e non volevo scrivere così, tanto per scrivere, tanto per esserci.
Credo che, molte volte, sia meglio un’assenza di qualità che una presenza superflua.
Dicevo, oggi sono stata in montagna, ho respirato aria buona, mi sono fermata più volte a guardare i piccoli boccioli pronti a sbocciare, stormi d’uccelli neri in cerca di cibo e gli alberi che, maestosi, sembravano parlare.
In quel silenzio e da quell’altitudine mi è venuta in mente una cosa che mi raccontava la mestra a scuola. Studiando storia ci fece notare che i castelli, in particolare quelli costruiti con finalità difensiva, erano costruiti in una posizione più alta rispetto al resto del villaggio, solitamente sulla cima di un colle.
Al di là della spiegazione più semplice e classica del perchè, legata al fatto che, da lì si aveva una miglior visuale sull’arrivo di eventuali nemici, mi sono sempre domandata se ci fossero altri motivi.
Davvero era solo per scappare? Per paura?
Secondo me diamo per vere e scontate cose che, vedendole sotte altri punti di vista, cambiano totalmente il loro significato.
E se i castelli, notoriamente abitati da chi aveva possedimenti e potere fossero là, in alto, anche per altri motivi?
La prima cosa che ho pensato oggi, guardando la valle da lassù è stata come tutto fosse piccolo e fragile visto dall’alto, come i grandi alberi che avevano appena coperto le nostre teste durante la passeggiata nei boschi, fossero diventati grandi come capocchie di spilli e i sentieri somigliassero a linee sottili tratteggiate da un pennarello sulla tela ocra della parete montuosa.
Allora un pensiero ha occupato la mia mente e te lo riporto qui.
Come facevano i signori di una volta con i loro castelli, credo che il segreto stia nel cambiare prospettiva, alzarsi dal posto in cui siamo abituati ad osservare e guardare le cose da angolature diverse.
Più ci si porta in alto e più tutto ha un senso.
Più ci si porta in alto e più tutto assume forme diverse, qualità diverse, dimensioni diverse e non si tratta di controllo, come mi insegnava la mia maestra, ma di salvaguardia della propria incolumità per poter portare avanti il proprio cammino in modo coerente con il proprio sentire.
Un pochino di questo tema lo puoi trovare all’interno dell’ Unicorno Quantico nella raccolta “Favole Quantiche“.
Ecco, questo è ciò che mi porto a casa dalla passeggiata in montagna di oggi.
Era meglio fossi andata al mare?
No, non credo.
E tu?
Preferisci il mare, la montagna o opti per l’alternativa?
A presto con un nuovo percorso tutto rinnovato.
Ti aspetto.