Parlando con le donne di ogni età, ma anche con gli uomini, sia chiaro, percepisco quanto poco sia conosciuta questa parte del corpo così importante.
Crocevia di tante linee di forza, punto focale di sostegno e accoglimento, il pavimento pelvico merita tutta la nostra attenzione.
Innanzitutto è un’area romboidale che va dalla sinfisi pubica al coccige. Chiude in basso la cavità addomino-pelvica, circonda e sostiene l’uretra, la vescica e la vagina nelle donne fino all’apparato ano-rettale.
Lateralmente i suoi confini sono a livello delle tuberosità ischiatiche.
Sia inteso, è peculiarità femminile e anche maschile. Il pavimento pelvico appartiene a tutti i corpi umani.
È una regione lungamente ignorata per ragioni di varia natura.
Innanzitutto è un’area del corpo relativamente “nascosta” con la quale non si instaura un rapporto quotidiano e spontaneo di consapevolezza e contatto .
In secondo luogo rappresenta sia la regione chiave della defecazione e della minzione che quella della sessualità. Molteplici pudori sociali e tabù culturali hanno quindi contribuito ad accantonarla ulteriormente.
Questo ,a mio avviso, merita un approfondimento a parte che farò presto.
Il pavimento pelvico va tutelato riconoscendolo e attivandolo in modo prima consapevole e poi automatico durante lo svolgimento delle azioni quotidiane. Uno starnuto, un colpo di tosse, il sollevamento della borsa della spesa, la presa in braccio di un bambino, uno sforzo e anche l’esecuzione degli addominali in palestra, sono tutti gesti che sollecitano questa parte del corpo e ne richiedono la giusta preparazione e controllo.
Il pavimento pelvico, come detto, chiude il bacino verso il basso e svolge la funzione di sostenere gli organi pelvici il cui contenimento, anche quando si è in posizione eretta o si esegue attività fisiche come il semplice camminare, che comportano un aumento della pressione endoaddominale, necessita dell’integrità del sistema muscolo-fasciale di sostegno e della sua innervazione.
I disturbi del Pavimento Pelvico sono molto frequenti, ma purtroppo se ne parla poco in quanto ancora un tabù per alcuni, ma sono molto importanti e vanno affrontati tempestivamente per poterli risolvere nel più breve tempo possibile.
Nelle donne si possono presentare disturbi successivamente al parto o in conseguenza dell’età (questo vale anche per gli uomini in percentuale ridotta).
La gravidanza ed il parto possono rappresentare due momenti chiave per l’instaurarsi di alterazioni della funzionalità muscolare del perineo. Una prevenzione dei danni può essere attuata durante la gravidanza cercando di contenere un eccessivo aumento di peso e con un’adeguata preparazione della muscolatura al parto e con una corretta assistenza al parto.
Anche la menopausa è un periodo a rischio per la funzionalità del pavimento pelvico: la brusca caduta degli ormoni che la caratterizza può determinare un deficit di vario grado o l’aggravamento di un disturbo preesistente.
Altri fattori di rischio vengono considerati la riduzione dell’attività fisica e varie alterazioni muscolo-scheletriche.
Negli ultimi anni, fortunatamente, è sempre meno raro trovare donne consapevoli e informate su questa zona, grazie alla presenza sul territorio di centri ostetrici o non e di medici attenti che portano questa consapevolezza alle persone.
I tempi in cui la donna era costretta a scegliere tra rassegnazione, scomodi assorbenti e intervento chirurgico in caso di incontinenza urinaria o del prolasso sono in via di risoluzione.
Oggi esistono diversi approcci, in grado di evitare o comunque integrare le più tradizionali strategie invasive.
In fisioterapia e in ostetricia vengono insegnati alcuni semplici esercizi di contrazione e rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico, in grado favorire la presa di coscienza e il rafforzamento di tutto il sistema di sostegno degli organi pelvici.
Tra questi, i cosiddetti esercizi di Kegel ,aumentando l’afflusso di sangue ai muscoli di questa regione , si sono dimostrati efficaci sotto tanti punti di vista.
Esistono anche terapie più o meno invasive che possono aiutare sia la consapevolezza della zna, sia il recupero funzionale di una muscolatura ipo o ipertonica.
Si utilizzano quindi elettrostimolazioni e bio feedback oltre a manovre manuali di pura pertinenza ostetrica e fisioterapica.
Importantissima è la situazione generale che si viene ad instaurare nel bacino e che potrebbe provocare disfunzioni di vario genere al apvimento pelvico.
In quel caso un’analisi attenta di tutto l’equilibrio del corpo da parte di un fisioterapista e di un osteopata, possono portare a miglioramenti davvero significativi che cambiano in modo drastico e in positivo il vissuto di un essere umano.
Personalmente credo che, al giorno d’oggi esistano tutti gli strumenti necessari per lavorare in consapevolezza e prevenzione dei disturbi.
Quindi, vai oltre a inutili e limitanti credenze e comincia a prenderti cura di tutta te stessa.
Per limiti di caratteri in Fb e Ig non ho potuto scrivere tutto quello che volevo.
Ti aspetto sui social, fammi tutte le domande che vuoi.
Il pavimento pelvico, questo sconosciuto.
Parlando con le donne di ogni età, ma anche con gli uomini, sia chiaro, percepisco quanto poco sia conosciuta questa parte del corpo così importante.
Crocevia di tante linee di forza, punto focale di sostegno e accoglimento, il pavimento pelvico merita tutta la nostra attenzione.
Innanzitutto è un’area romboidale che va dalla sinfisi pubica al coccige. Chiude in basso la cavità addomino-pelvica, circonda e sostiene l’uretra, la vescica e la vagina nelle donne fino all’apparato ano-rettale.
Lateralmente i suoi confini sono a livello delle tuberosità ischiatiche.
Sia inteso, è peculiarità femminile e anche maschile. Il pavimento pelvico appartiene a tutti i corpi umani.
È una regione lungamente ignorata per ragioni di varia natura.
Innanzitutto è un’area del corpo relativamente “nascosta” con la quale non si instaura un rapporto quotidiano e spontaneo di consapevolezza e contatto .
In secondo luogo rappresenta sia la regione chiave della defecazione e della minzione che quella della sessualità. Molteplici pudori sociali e tabù culturali hanno quindi contribuito ad accantonarla ulteriormente.
Questo ,a mio avviso, merita un approfondimento a parte che farò presto.
Il pavimento pelvico va tutelato riconoscendolo e attivandolo in modo prima consapevole e poi automatico durante lo svolgimento delle azioni quotidiane. Uno starnuto, un colpo di tosse, il sollevamento della borsa della spesa, la presa in braccio di un bambino, uno sforzo e anche l’esecuzione degli addominali in palestra, sono tutti gesti che sollecitano questa parte del corpo e ne richiedono la giusta preparazione e controllo.
Il pavimento pelvico, come detto, chiude il bacino verso il basso e svolge la funzione di sostenere gli organi pelvici il cui contenimento, anche quando si è in posizione eretta o si esegue attività fisiche come il semplice camminare, che comportano un aumento della pressione endoaddominale, necessita dell’integrità del sistema muscolo-fasciale di sostegno e della sua innervazione.
I disturbi del Pavimento Pelvico sono molto frequenti, ma purtroppo se ne parla poco in quanto ancora un tabù per alcuni, ma sono molto importanti e vanno affrontati tempestivamente per poterli risolvere nel più breve tempo possibile.
Nelle donne si possono presentare disturbi successivamente al parto o in conseguenza dell’età (questo vale anche per gli uomini in percentuale ridotta).
I principali disturbi del pavimento pelvico:
• Incontinenza urinaria
• Incontinenza fecale
• Disfunzioni sessuali
• Ritenzione urinaria
• Stipsi
• Infiammazione organi pelvici
• Dolore pelvico cronico
• Prolassi
La gravidanza ed il parto possono rappresentare due momenti chiave per l’instaurarsi di alterazioni della funzionalità muscolare del perineo. Una prevenzione dei danni può essere attuata durante la gravidanza cercando di contenere un eccessivo aumento di peso e con un’adeguata preparazione della muscolatura al parto e con una corretta assistenza al parto.
Anche la menopausa è un periodo a rischio per la funzionalità del pavimento pelvico: la brusca caduta degli ormoni che la caratterizza può determinare un deficit di vario grado o l’aggravamento di un disturbo preesistente.
Altri fattori di rischio vengono considerati la riduzione dell’attività fisica e varie alterazioni muscolo-scheletriche.
Negli ultimi anni, fortunatamente, è sempre meno raro trovare donne consapevoli e informate su questa zona, grazie alla presenza sul territorio di centri ostetrici o non e di medici attenti che portano questa consapevolezza alle persone.
I tempi in cui la donna era costretta a scegliere tra rassegnazione, scomodi assorbenti e intervento chirurgico in caso di incontinenza urinaria o del prolasso sono in via di risoluzione.
Oggi esistono diversi approcci, in grado di evitare o comunque integrare le più tradizionali strategie invasive.
In fisioterapia e in ostetricia vengono insegnati alcuni semplici esercizi di contrazione e rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico, in grado favorire la presa di coscienza e il rafforzamento di tutto il sistema di sostegno degli organi pelvici.
Tra questi, i cosiddetti esercizi di Kegel ,aumentando l’afflusso di sangue ai muscoli di questa regione , si sono dimostrati efficaci sotto tanti punti di vista.
Esistono anche terapie più o meno invasive che possono aiutare sia la consapevolezza della zna, sia il recupero funzionale di una muscolatura ipo o ipertonica.
Si utilizzano quindi elettrostimolazioni e bio feedback oltre a manovre manuali di pura pertinenza ostetrica e fisioterapica.
Importantissima è la situazione generale che si viene ad instaurare nel bacino e che potrebbe provocare disfunzioni di vario genere al apvimento pelvico.
In quel caso un’analisi attenta di tutto l’equilibrio del corpo da parte di un fisioterapista e di un osteopata, possono portare a miglioramenti davvero significativi che cambiano in modo drastico e in positivo il vissuto di un essere umano.
Personalmente credo che, al giorno d’oggi esistano tutti gli strumenti necessari per lavorare in consapevolezza e prevenzione dei disturbi.
Quindi, vai oltre a inutili e limitanti credenze e comincia a prenderti cura di tutta te stessa.
Per limiti di caratteri in Fb e Ig non ho potuto scrivere tutto quello che volevo.
Ti aspetto sui social, fammi tutte le domande che vuoi.