Tutto quello che c’è nelle mie scarpe…e nelle tue
Febbraio è stato un mese molto impegnativo per me, chissà perchè, pur essendo il più breve, è quello che respiro come il più “intenso” dell’anno.
Abbiamo parlato di maternità e di libera professione, ne abbiamo parlato sotto vari punti di vista.
Abbiamo planato sulle criticità di questa scelta, abbiamo fatto la lista dei pro e delle prove, abbiamo preso in considerazione la lettura di un libro interessante e tanto altro.
Abbiamo allargato il campo delle possibilità e preso in considerazione una fetta più ampia di genitori, includendo anche i lavoratori dipendenti, per vedere le differenze tra un regime ed un altro.
In realtà ci sarebbe tanto ancora da dire, ma è arrivato il momento di “tirare le fila” del discorso.
Farò un esempio semplice, attualissimo e personale; qualcuno di voi si potrà, forse, rispecchiare, qualcun’altro no, ma credo che gli esempi siano ciò che più rimane impresso nella mente delle persone che leggono.
Io, libera professionista, svolgo un lavoro che amo, per cui ho studiato tanto e che continua a mettermi alla prova su vari livelli. Ho uno studio in cui pratico e una casa che mi chiamano a sostenere determinate spese che la maggior parte di noi ha. Continuo a formarmi, frequento corsi inerenti la mia professione e altri “tangenti”. I corsi, costano.
Questa settimana gli influenzati in famiglia erano due su tre, io no.
Quello che questa settimana mi ha insegnato della libera professione è stato:
- ho riorganizzato tutti i miei appuntamenti seguendo i bisogni della famiglia influenzata
- per il tempo speso a casa non ho percepito un euro, ma sono riuscita a coccolare mia figlia febbricitante senza nessun senso di colpa a riguardo
- laddove non sono riuscita, ho avuto la presenza preziosa di mia mamma
Per il resto, i pagamenti sono comunque arrivati come anche tuttto il resto, ma ci sarà modo di recuperare e rimettersi in carreggiata.
Io la vedo così.
Perchè tutto si riduce ad un punto di vista, a dove si vuol mettere il focus, a dove si vuol porre attenzione.
Come avrai ben capito non ci sono soluzioni ideali, non ci sono dei pro assoluti come non ci sono delle prove assolute, ci sono solo due concetti a cui render conto.
Uno è Chi sono? e l’altro è Cosa voglio?.
Tutto il resto sono storie che ci raccontiamo.
Facile? No, ma nessuno mai ha detto che lo sarebbe stato.
Stai serena/o, comincia a ragionare con la tua testa e con la tua pancia, fai tesoro delle cose imparate in famiglia e nella società, ma quando devi prendere una scelta, ascolta solo quello che senti essere la cosa giusta. Straccia tutte le liste, quelle ti sono servite per allenare la mente o metterla in silenzio; ora pensa col cuore, non potrai sbagliare.
Buon fine settimana.
Ti aspetto lunedì col nuovo articolo.
Si parlerà di…..genitorialità e malattia (in senso ampio del termine).