Quando non cederai alla tentazione di giudicare, smetterai di sentirti giudicata/o.
Le grandi riunioni di famiglia, gli incontri in ufficio o un bicchiere di vino con un’amica/o e tante altre sono le occasioni per “fare due parole”.
Sono momenti di grandi condivisioni e confronti, almeno all’inizio.
Ti è mai capitato di ascoltare o ascoltarti “da fuori”?
Come se fossi un uditore esterno, un membro del pubblico.
Se non l’hai già fatto, prova a fare mente locale su quei dialoghi.
È semplice, ti basta tornare indietro al pranzo di Natale o all’ultima riunione di lavoro.
Quest’anno, è vero, le feste sono state più “intime”, niente tavolate infinite, niente cene aziendali (qualche pranzo, forse!),ma la famiglia, quella più stretta.
Quando ci si incontra, una volta esauriti gli argomenti che riguardano noi stessi, si tende a spostare l’attenzione su qualcuno che non è presente o su un avvenimento che riguarda persone conosciute , ma che non possono dire il proprio pensiero in quel momento.
“Hai sentito di Tizia che cambia lavoro?”
“E tu hai sentito di Caio e Gianna che si separano?”
“Beh, non sai l’ultima? Maria molla tutto e va a Bora Bora”
….
Potrei continuare per delle ore.
Solitamente a queste informazioni, correggimi se sbaglio, seguono delle “considerazioni” personali a volte bonarie, altre al vetriolo.
“Sì, a 46 anni cambiare lavoro, ha perso la testa…”
“Beh Caio non l’ha mai meritata “
“Caio? E Gianna che è sempre in viaggio per lavoro? Chissà cosa combina in viaggio…”
“Maria è sempre stata libertina, non ha mai organizzato niente nella vita, chissà cosa pensa di trovare a Bora Bora”
….
E così via.
Quelle che ho definito “considerazioni” personali, sono , in realtà, dei veri giudizi.
Tendiamo a giudicare , più o meno consapevolmente, l’operato e le scelte degli altri.
Per la maggior parte dei casi giudichiamo senza sapere nulla di quelle persone o basandoci sull’idea sommaria che abbiamo di loro.
Qualora le conoscessimo a fondo e condividessimo con loro pensieri e confidenze intime, non ci sogneremmo mai di servirle come dessert a fine pranzo.
Al massimo, il nostro giudizio, sarebbe intimo, a tu per tu e richiesto da quella stessa persona.
Come ti senti quando prendi una decisione?
Subito dopo averla presa “di petto”.
Non è forse vero che cominci a pensare cosa ne direbbero gli altri, cosa penserebbero, come puoi giustificare le tue scelte?
Non è sempre così, lo so, ma lo è la maggior parte delle volte.
Sarà un fattore culturale, sarà una forma di difesa, sarà il cervello rettiliano , ma ti assicuro che una soluzione c’è .
Una soluzione per togliere quel pesante bagaglio che ci portiamo dentro ogni volta che prendiamo delle scelte, c’è!
Serve consapevolezza e anche un po’ di coraggio perché non è facile uscire da degli schemi apparentemente innocui.
Ogni volta che la conversazione (esterna o interna) verterà sul giudizio di persone , fatti e scelte di qualcuno non presente, fermati.
Fermati.
E basta.
Ti accorgerai di quanto le conversazioni diventeranno più brevi ed efficaci.
Ti accorgerai di quanto le conversazioni diventeranno nutrienti e leggere.
Ti accorgerai di quanto sarà bello poter scegliere facendo fronte a quelle voci giudicanti, anche interne, che improvvisamente diventeranno flebili o mute.
Quando non cederai alla tentazione di giudicare, smetterai di sentirti giudicata/0.
Ecco un buon proposito per l’anno nuovo, diventerà un’abitudine salutare, vedrai!
Ti aspetto!