Ti ho lasciata/o con la promessa che saremmo andati a vedere insieme cosa significa un nuovo inizio e parto dall’aggettivo che, per l’occasione , ho tramutato in sostantivo.
novità (ant. novitade, novitate) s. f. [dal lat. novĭtas -atis, der. di novus «nuovo»]. – 1. a. La condizione o la qualità di essere nuovo, di essere cioè fatto, concepito o conosciuto per la prima volta o da poco, o di presentarsi in modo diverso da quello noto o usuale, e perciò anche, spesso, con aspetto o con carattere originale, insolito, oppure (spec. nella lingua ant.) strano, singolare.
Mi piace tanto il dove definisce novità come : la qualità di essere fatto, concepito o conosciuto per la prima volta o da poco, o di presentarsi in modo diverso da quello noto o usuale.
Si parte sempre a pensare che sarebbe meglio cambiare perché qualcosa che appartiene alla nostra “vecchia” modalità di fare, dire o affrontare le cose non ci va più bene.
Il passo successivo ci troverà impaurite/i in un turbinío di pensieri che passano dal “non ce la posso fare“, “in fondo va bene così” o “ma che idee mi vengono in mente? Ho delle responsabilità“.
Quello dopo ancora ci porterà a negare l’evidenza fino a farci dire che “il mal di testa lo curo con l’aspirina” o “ho mal di stomaco perché il sugo della pasta era più acido del solito” e via via…
In realtà abbiamo la grande fortuna di abitare in una grande cartina tornasole che chiamiamo corpo.
Ascoltandolo possiamo trovare più riposte di quelle che pensiamo.
In Gaia ne parlo in modo molto chiaro.
Ti capita o ti è capitato di osservare un bambino gli istanti prima di fare qualcosa di nuovo?
Se c’è una cosa che, da quando mia figlia è entrata nella mia vita, mi affascina di lei, è la sua predisposizione a trovare sempre soluzioni alternative a quelle che potrebbero presentarsi come problematiche.
Davanti a qualcosa di nuovo e sconosciuto lei, dapprima, osserva e poi, in un misto di eccitazione, felicità e gioia, si immerge a capofitto in quell’attività o realtà che prima non conosceva.
È un processo lento anche per lei, passa dal desiderio di esplorare, allo “studio” del caso per poi arrivare alla sua soluzione.
La capacità dei bambini ce l’abbiamo tutti dentro di noi, è solo un po’ impolverata perché, nel tempo ci viene insegnato che la strada vecchia è sempre la migliore da percorrere, perché c’è attaccamento forte per ogni cosa, fatto, persona.
L’attaccamento porta ad “ammuffire”, porta al ristagno.
Se dovessimo rimanere attaccati ad ogni cosa, non ci sarebbe spazio per nuove scelte, nuove modalità, nuove idee.
Prova a farti una domanda riguardo le novità:
“Se non avessi mai messo in discussione nessuna delle tue scelte passate, più o meno consapevolmente, dove saresti oggi?”
Ti abbraccio.
Lunedì entreremo nel cuore della questione, per oggi chiediti proprio questo. Osserva quante piccole o grandi “strada maestre” hai lasciato per esplorare “nuove vie”.
La lunghezza effettiva della vita è data dal numero di giorni diversi che un individuo riesce a vivere. Quelli uguali non contano.
Ti aspetto.