Chissà quante volte hai detto “forse”, ogni volta hai lasciato aperta la strada delle mille possibilità.
Un’antica storia zen racconta:
C’era una volta un contadino cinese il cui cavallo era scappato. Tutti i vicini quella sera stessa si recarono da lui per esprimergli il loro dispiacere: “siamo così addolorati di sentire che il tuo cavallo è fuggito. E’ una cosa terribile”. Il contadino rispose: “Forse.” Il giorno successivo il cavallo tornò portandosi dietro sette cavalli selvaggi, e quella sera tutti i vicini tornarono e dissero: “Ma che fortuna! Guarda come sono cambiate le cose. Ora hai otto cavalli!” Il contadino disse: “Forse.” Il giorno dopo suo figlio cercò di domare uno di quei cavalli per cavalcarlo, ma venne disarcionato e si ruppe una gamba, al che tutti esclamarono:”Oh, poveraccio. Questa e’ una vera disdetta” ma ancora una volta il contadino commentò: “Forse.” Il giorno seguente il consiglio di leva si presentò per arruolare gli uomini nell’esercito, e il figlio venne lasciato a casa per via della gamba rotta. Ancora una volta i vicini si fecero intorno per commentare: “Non è fantastico?” ma di nuovo il contadino disse: “Forse.”
Ti sarai rivista in qualcuna di queste scene, oppure no.
Guarda tua/o figlia/o mentre si arrampica sul divano, colora un disegno, dà un calcio al pallone.
Forse giudica quello che fa?
Dice “mi sono arrampicata/o bene” ”ho colorato male” “potevo calciare meglio”?
Se lo fa, l’ha imparato da qualcuno.
Il bambino al massimo potrebbe dire “wow come sono felice di arrampicarmi” o “colorare non mi piace” o, ancora “ora scaravento la palla oltre la luna“.
Sai perché?
Perché impara attraverso le emozioni, non giudica le sue azioni come belle o brutte. Esplora e sta in quello che lo fa sentire bene.
Sarà l’adulto in pace con la sua parte bambina ad accompagnarlo nella sua crescita, limitandosi ad osservare e a prenderlo per mano nel caso in cui il bambino non capisse quanto spingersi “oltre“.
Sai perché non è semplice?
Perché molti di noi fanno riferimento a quella parte bambina che, a suo tempo, non si è espressa come voleva.
Quindi, giudicano, stanno nel lamento e nell’autocommiserazione.
Ti chiedo “È bene o è male quello che stai vivendo ora?”
Mi riferisco a questo periodo, ma anche a qualsiasi avvenimento della tua vita.
Pensaci.
Quando l’avrai fatto.
Vivi con la fiducia dell’ Uccellino Pio che , nonostante tutti gli dicessero di demordere dal suo intento, non si tirò indietro dal suo sogno.
Vivi e fai crescere il tuo piccolo bambino interiore.
Buona Pasquetta, un abbraccio da lontano.
Ti aspetto!