Oggi proviamo insieme a “sentire” su di noi che effetto fanno le emozioni sul nostro corpo.
Lo puoi fare anche con i bambini, ma ti suggerisco di farlo prima tu.
Siamo tutti diversi ed è importante sperimentare sulla propria pelle quello che accade in modo da arrivare ad accogliere le sensazioni di altri senza giudicarle.
Quando sei presente nel tuo corpo, puoi identificare i sentimenti rapidamente e li puoi gestire nel modo che credi migliore per te.
Mettiti comoda/o, chiudi gli occhi, fai dei respiri che diventano mano a mano più profondi. Puoi utilizzare la respirazione ujjai.
Comincia stando in ascolto dei suoni che arrivano dall’esterno, senza identificarli, quindi non dire “questo è il suono di un clacson” o “sento il bambino nell’altra stanza che gioca”.
Ascolta e basta.
Poi staccati dai suoni che arrivano da fuori e concentrati sul respiro, questa pratica l’abbiamo già incontrata.
Ci sei?
Bena, ora prova a pensare a qualcosa di triste e porta al tua attenzione sul corpo.
Dove senti una qualche “reazione”? Senti qualche “dolore” o “sensazione”?
Qualche zona del corpo più rigida? Com’è il tuo respiro?
Prenditi qualche istante e, appena avrai percepito, accogli, respira e accompagna via quel pensiero.
Fai la stessa cosa pensando a qualcosa che ti fa arrabbiare o preoccupare.
Alle fine fai cinque respiri profondi e concediti qualche istante prima di aprire gli occhi.
Tutte le emozioni sono utili
È un esercizio molto potente che ti porterà a percepire come il tuo corpo reagisce a determinati stimoli emozionali, avrai quindi, la possibilità di riconoscerli addirittura qualche istante prima che l’emozione stessa si presenti.
Esplorare il tuo stato ti permette di capire quello che ti serve.
Prima lo accetti, meno intenso sarà l’impatto.
Ti faccio un esempio:
In questi giorni sono andata a recuperare una cosa importante che mi serviva con urgenza. Entrando in quel luogo, solitamente pieno di persone e pieno di vita, ho sentito subito un formicolio alla testa, le spalle irrigidirsi, sapevo che avrei pianto nel giro di un nano secondo.
Così è stato, sono rimasta 2 minuti e , in quei 2 minuti, ho pianto come una bambina lasciata sola in un angolo.
Quella tristezza è arrivata all’improvviso, ma l’ho accolta e ho imparato che, la fiducia passa anche attraverso momenti in cui c’è bisogno di buttar fuori attraverso il corpo.
Le lacrime sono balsamiche.
Ecco, comincia da questo primo passo.
Rispetta quello senti senza farti sopraffare.
In un precedente articolo ti avevo suggerito l’ultimo libro di Erica Poli, vai a dare un occhio.
Ti aspetto!